IL REVISIONISMO COSTITUZIONALE
Recentemente costituzionalisti improvvisati, pretendono di insegnare a gli
italiani che qualunque straniero, solo perché vive e lavora in Italia,
deve essere considerato "Cittadino" e quindi, pur non essendolo
ancora diventato, debba godere di tutti i diritti che la Costituzione Italiana
riserva ai propri cittadini, compreso quello di voto alle elezioni amministrative
locali.
Fortunatamente, per definizione del diritto, e non solo quello italiano, i
2 requisiti menzionati, da soli, non possano essere considerati sufficienti
alla concessione del diritto di voto, infatti, per essere definiti CITTADINI
di una nazione, bisogna soprattutto esserci nati, oppure, per estensione,
aver sposato un cittadino nativo ed aver dato origine ad una famiglia stabile
per un certo numero di anni.
PERCHE' E' GIUSTO NON CONCEDERE FACILMENTE DIRITTI DI VOTO
E CITTADINANZA ?
In pratica, i veri cittadini devono pienamente condividere il passato storico,
culturale e sociale del paese cui appartengono, o, in alternativa, se sono
stranieri, devono contribuire alla creazione di una famiglia stabile, secondo
le regole dello stato che li ospita, nella quale almeno 1 dei due coniugi
deve essere un cittadino per diritto di nascita, una famiglia avente lo scopo
di procreare e fornire alla nazione nuove risorse natie.
Inoltre, poiché sposarsi, per uno straniero, non deve essere soltanto
una scelta di comodo finalizzata ad ottenere diritti facilmente, ma deve servire
soprattutto a verificare la reale accettazione dei valori nazionali e l'apprendimento
della lingua, il periodo di tempo, trascorso il quale viene concessa la cittadinanza
agli stranieri che hanno sposato un cittadino, è sempre stato superiore
ai 5 anni, in genere 10.
Queste regole servono a scongiurare il pericolo di invasioni silenziose da
parte degli stati più grandi e popolosi.
Se così non fosse stato fino ad ora, per una qualsiasi grande nazione
in forte espansione demografica sarebbe stato facile prendere il controllo
di un'altra nazione più piccola, semplicemente invadendola con la propria
popolazione, e nel giro di pochi decenni, tutti gli immigrati, che semplicemente
in virtù della loro presenza, avrebbero ottenuto automaticamente il
diritto di voto, avrebbero potuto dirigere, secondo le direttive della loro
nazione originaria, la nazione così facilmente occupata, assoggettandola
politicamente.
I DOVERI SVOLTI DAI CITTADINI NON CONTANO PIU' NULLA ?
Va ricordato inoltre che ogni cittadino italiano maschio avente più
di 30 anni ha dovuto, oltre che nascere in Italia, regalare un anno della
propria vita allo stato, sotto forma di servizio di leva obbligatorio, per
godere pienamente dei diritti sanciti dalla nostra Costituzione, compreso
quello di voto.
Adesso, ci sono personaggi politici senza scrupoli che, contrariamente ad
ogni logica, proprio nel periodo in cui l'Occidente sta finalmente capendo
l'errore madornale di aver accolto indiscriminatamente immigrazione difficilmente
integrabile o addirittura pericolosa, vogliono dare agli immigrati, la possibilità
di venire e permanere senza nemmeno chiedere il permesso, poi di portarsi
tutta la famiglia ed i parenti, in seguito di votare e candidarsi per le amministrazioni
locali.
Il tutto, così in fretta, da non poter avere alcuna prova tangibile
che siano disposti ad accettare i nostri valori, le nostre leggi o la nostra
educazione e, oltretutto, senza alcuna garanzia che non abbandonino l'Italia,
dopo averla eventualmente rovinata, per tornarsene a casa loro.
I FALSI PROFETI
I bugiardi affermano che il voto solo alle elezioni amministrative non possa
pregiudicare nulla, gli italiani ingenui ci credono, ma è semplice
intuire che, quando moltitudini di stranieri eleggeranno i loro rappresentanti
politici qui in Italia, ottenere anche il diritto di voto per tutte le altre
funzioni e cariche statali sarà semplicissimo e rapido.
Non bisogna essere dei profeti per prevedere che, nel giro di un ventennio,
i primi comuni italiani, quelli piccoli che, in virtù delle loro eventuali
realtà industriali o agricole, venissero interessati pesantemente da
flussi immigratori omogenei ed organizzati, potrebbero cadere sotto amministrazioni
completamente straniere, magari musulmane, perfino con componenti integraliste.
Tutto questo, volendo trascurare l'anomalia, tutta italiana, di aver già
regolarizzato con sanatorie, una quantità di clandestini che corrisponde,
attualmente, a quasi la metà di tutti gli immigrati regolari presenti.
"IL PERICOLO"
Il seguente schema fa capire cosa potrebbe succedere:
1) Arrivano immigrati clandestini in Italia.
2) Gli immigrati clandestini non vengono espulsi, per colpa di leggi permissive.
3) Gli immigrati clandestini vengono regolarizzati grazie a successive sanatorie
e contratti di lavoro fittizi o stagionali.
4) Gli immigrati, ormai regolarizzati, ottengono il ricongiungimento famigliare
ed il diritto di voto alle elezioni amministrative.
5) Gli immigrati si concentrano in comuni diversi, tendenzialmente suddivisi
per gruppi etnici o religiosi.
6) Gli italiani, tendono ad abbandonare i suddetti comuni, infastiditi dalla
incompatibilità della convivenza con moltitudini di stranieri di educazione
e religioni diverse, che in virtù del loro numero, non sono più
stimolati a cambiare le loro abitudini per integrarsi.
7) Gli immigrati raggiungono la maggioranza locale e, votando i loro rappresentanti,
governano la città.
8) Due cittadine vicine abitate e governate da stranieri di etnia e religione
differenti, iniziano ad osteggiarsi.
9) Si sono create le basi per l'inizio di guerre interetniche e religiose
nel nostro paese.
Qualora si realizzasse l'indiscriminata concessione di cittadinanza e/o diritti
di voto, equivarrebbe a consegnare, pezzo dopo pezzo, la nostra nazione nelle
mani di invasori che, col potere demografico, invece di quello militare, ci
conquisterebbero sfruttando le nostre stesse leggi, ma che, invece di assicurarci
un futuro migliore di pacifica convivenza, non avendo avuto tempo di imparare
a rispettarsi reciprocamente, si farebbero addirittura la guerra in casa nostra.
Forse la nostra società è davvero destinata a diventare multirazziale
e multietnica, ma tanto più lenti saranno l'afflusso di immigrati e
la relativa concessione di diritti, maggiore sarà la probabilità
che la transizione avvenga in modo non traumatico.