Il diritto di cittadinanza italiana, diversamente dalle credenza di molti,
generalmente in malafede, non si completa con la semplice residenza ed attività
lavorativa regolare nel nostro paese.
Infatti tale diritto è pienamente giustificabile, oltre ai menzionati
aspetti, solo in virtù della presenza dei seguenti fattori:
1) Condivisione del passato storico e culturale della nazione, derivante
dall'essere nato in Italia e dal contributo dato dagli antenati del cittadino,
senza il quale l'Italia non sarebbe diventata la nazione che è attualmente
(che lo straniero non ha e non può possedere).
2) Piena conoscenza ed accettazione della educazione, delle regole,
delle consuetudini sociali e delle leggi in vigore nel nostro paese (che non
tutti gli stranieri sono disposti ad accettare).
3) Completa rinuncia da parte degli stranieri a tutti gli aspetti della
cultura e della educazione originale che sono in contrasto con le leggi, i
valori e le consuetudini della società italiana.
4) Perfetta conoscenza della lingua italiana (che, data la complessità
grammaticale, non può avvenire prima di un decennio di permanenza in
Italia).
5) Aver costituito una famiglia duratura con un cittadino italiano
che compensi la eventuale mancanza dei requisiti dei primi due punti (unico
vero fattore che possa determinare l'acquisizione della cittadinanza a tutti
gli effetti da parte di un o straniero dopo un periodo di almeno 10 anni).
Questi sono i requisiti essenziali affinché una persona possa essere
definita "Cittadino Italiano" e godere pienamente dei diritti della
nostra Costituzione che, non dimentichiamolo, non è la costituzione
dei cittadini di tutto il mondo, ma solo dei cittadini italiani.
Per le suddette ragioni, il "Cittadino Italiano", in Italia, deve
sempre avere la precedenza su quello straniero, anche se immigrato regolare,
in tutte le agevolazioni ed i concorsi per assegnazione di lavoro, case popolari,
asili nido, ecc.., perchè è così anche in ogni altro
stato del mondo.
I cittadini di una nazione stanno allo Stato come i figli stanno ai propri
genitori, infatti qualunque genitore responsabile, a parità di tutte
le altre considerazioni darebbe la precedenza ai propri figli, rispetto ai
figli degli estranei.
Questa logica deve valere anche per i diritti che una nazione concede ai propri
cittadini rispetto a chi cittadino non è, anche se immigrato regolare
e meritevole di rispetto.
Inoltre, la cittadinanza ed il diritto di voto, non devono essere elargiti
con facilità, perché non si può rischiare di far diventare
cittadini Italiani, stranieri che pur avendo regolare residenza ed attività
lavorativa in Italia, mettano gli interessi della loro religione o della loro
patria originale, davanti a quelli della nostra.