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17/03/2009 - GIURAMENTO DI IPPOCRATE O DI IPOCRITA ?




UNA DELLE POLEMICHE PIU' IN MALAFEDE SUL PACCHETTO SICUREZZA

In questi ultimi tempi, a causa di una delle tante polemiche a sfondo politico, innescate per contrastare i progetti di legge dell'attuale Governo Italiano, si sente parlare sempre più spesso del giuramento di Ippocrate e della sua incompatibilità con una normativa del pacchetto sicurezza.
Tutti hanno capito ormai che il giuramento comporta il dovere per ogni medico di intervenire per salvare la vita o per soccorrere chiunque, e quindi, per tale ragione sembra che una legge assolutamente necessaria per contrastare l'illegalità derivante dall'immigrazione clandestina e contribuire a monitorarne il fenomeno, se prevede per i medici l'obbligo di segnalazione alla pubblica sicurezza delle prestazioni fornite ad immigrati irregolari, li costringa di fatto a venir meno a tale giuramento, perché non potrebbero più fornire assistenza gratuita incondizionata.


IL GIURAMENTO DI IPPOCRATE

Per valutare obiettivamente la questione, però, bisogna tenere presente che il giuramento di Ippocrate, primo atto ufficiale di chi inizia la professione del medico, divenne una consuetudine quando i servizi sanitari pubblici non esistevano, tale impegno era giustificato dal fatto che tutte le prestazioni mediche erano a pagamento e che, se un cittadino non aveva i soldi per pagarle, al medico veniva imposto, col giuramento, di intervenire fornendo comunque la prestazione, accettando in compenso quello che il cittadino poteva offrigli in cambio, o al limite, in caso di indigenza, anche gratuitamente.
Pertanto, grazie al giuramento di Ippocrate, il medico in alcuni casi doveva rinunciare al proprio compenso personale, per il bene del prossimo ed in definitiva della società.


IL GIURAMENTO DI IPOCRITA

Invece l'aspetto assurdo della polemica, che non viene minimamente posto in evidenza, è che oggi, la stragrande maggioranza dei medici che protestano sbandierando la propria coscienza ed i doveri imposti dal giuramento, sono proprio quelli che non vengono pagati privatamente, bensì dal servizio sanitario dello Stato.

In effetti, ogni volta che uno di questi medici che lavora nelle strutture pubbliche, offre prestazioni professionali ad immigrati clandestini, che ufficialmente non ne hanno diritto perché non sono cittadini e non pagano tasse, non solo non rinuncia neppure minimamente ad una parte del proprio reddito, perché (salvo rare eccezioni) offre la prestazione nell'ambito del proprio orario lavorativo pagato dallo Stato, ma addirittura scarica il costo della prestazione offerta "Gratuitamente", sui contribuenti Italiani, i quali oltre a veder crescere esponenzialmente i costi relativi alla sanità, a causa dei sempre più numerosi afflussi di immigrati irregolari, nelle strutture pubbliche, si vedono anche scavalcare dai clandestini, secondo i criteri di urgenza stabiliti dal medico di turno.
Inoltre, non si tratta soltanto dei costi relativi al solo compenso del medico "Coscienzioso", ma anche di quelli relativi alla fruizione di tutte le strutture, apparecchiature e personale assistente, presenti nella struttura sanitaria pubblica, di riferimento.

Praticamente al giorno d'oggi in Italia, il medico fa il giuramento di Ippocrate, ma poi lo fa mantenere dai cittadini italiani.

Per fare un esempio in un diverso ambito professionale, sarebbe come se un idraulico, facesse l'atto di generosità di ristrutturare gratuitamente il bagno fatiscente dell'appartamento in cui vive un inquilino povero, il quale non potrebbe sostenerne il costo, e poi, dopo aver ricevuto lodi e ringraziamenti da parte di tutti,si facessa pagare dall'amministratore dello stabile che, a sua volta, lo addebita a tutti i condomini del fabbricato ripartito in base alla tabella millesimale.


LA BUFALA DELLE EPIDEMIE

Poi c'è l'aspetto della diffusione delle malattie, altra bufala dietro cui mascherare una ideologia sbagliata o quantomeno inadatta alla situazione.
Ma come ? I medici ci insegnano che prevenire è sempre meglio che curare e poi, per quanto riguarda gli immigrati clandestini, invece di fare di tutto per catturarli e rispedirli al loro paese prima che si ammalino o diffondano malattie, provvedimento che costituirebbe una vera opera di prevenzione, dovremmo lasciarli circolare liberamente, permettendo loro di continuare a vivere nel degrado più totale che costituisce la condizione ideale per lo sviluppo di epidemie, e limitarci a curarli quando sono già malati e si recano al pronto soccorso, cioè quando ormai hanno già avuto modo di trasmettere ad altri l'eventuale contagio ?
Dimenticando che un immigrato clandestino, nella maggior parte dei casi privo di qualsivoglia cultura sanitaria, in una vita di degrado igienico, non è in grado di accorgersi di essersi ammalato gravemente dalla comparsa dei primi sintomi, e finirebbe comunque col recarsi all'ospedale troppo tardi per consentire ai medici di intraprendere una efficace opera di contrasto, atta a prevenire la diffusione di eventuali pericolose epidemie.

Alla faccia dell'etica professionale e dell'altruismo!