Come ampiamente pubblicato, non molto tempo fa, da una nota rubrica televisiva
su RAI 3, la U.E. ha stanziato miliardi di Euro, probabilmente a fondo perso,
per finanziare l'ex Unione Sovietica, in quella che avrebbe dovuto essere
una gigantesca opera di smantellamento, e bonifica, di armamenti ed impianti
nucleari fatiscenti, che rischiavano di provocare catastrofici incidenti radioattivi,
le cui conseguenze avrebbero potuto colpire anche l'Europa Occidentale.
La ragione di questa decisione era dovuta alla presunta impossibilità
sovietica, in piena crisi economica, di far fronte alle ingenti spese relative
al mantenimento in sicurezza del gigantesco arsenale nucleare che aveva costruito
negli anni della guerra fredda.
Recentemente, il presidente Putin, con il pretesto dello scudo spaziale americano,
ha reso nota l'intenzione della Russia, di intraprendere un nuovo programma
di studio relativo a sofisticati, e probabilmente ancor più micidiali,
armamenti nucleari offensivi.
A prescindere dalla opinabilità di tale decisione, che viene giustificata
ponendo sullo stesso piano armamenti non nucleari prettamente difensivi ed
armamenti nucleari offensivi, viene spontaneo chiedersi:
1) La ex Unione Sovietica, non aveva sottoscritto un trattato per la non
proliferazione delle armi nucleari ?
2) La Russia è improvvisamente diventata una nazione così ricca da poter sostenere le ingenti spese di una nuova corsa agli armamenti nucleari?
3) Le installazioni e gli armamenti nucleari fatiscenti, del vecchio arsenale sovietico, che l'Europa presumibilmente paga per smantellare, sono già stati tutti bonificati ?
Ne deriva che:
1) Se Putin, che prima si dichiarava amico dell'Occidente e dell'Europa, ha
deciso di ricominciare la corsa agli armamenti nucleari, adotta una politica
in netto contrasto con quella europea e rende la Russia una nazione non più
amica.
2) Se la Russia è improvvisamente arricchita, non ha più bisogno del finanziamento delle nazioni della U.E. ed è giusto che si paghi da sola le spese necessarie per eliminare i propri arsenali obsoleti e pericolosi per l'ambiente, tanto più che, proprio quegli stessi arsenali, sono stati la causa di tante preoccupazioni e spese militari, avute dalle nazioni Occidentali nel trentennio 1950-1980. Se invece l'economia russa è ancora in crisi, cosa assai più probabile, vuol dire che i soldi che le nazioni della zona Euro starebbero mettendo a sua disposizione, per la bonifica delle armi nucleari fatiscenti verranno invece impiegati per finanziare il nuovo programma di riarmo russo.
3) Sicuramente, i vecchi armamenti nucleari sovietici non possono essere già stati completamente smantellati e bonificati, per tale ragione, i fondi che la U.E. avrebbe stanziato a tale proposito, non sarebbero più utili ad allontanare la minaccia della catastrofe ambientale che, invece, continuerà ad incombere.
Paradossalmente, se questa situazione fosse confermata, sarebbe come se stessimo pagando le rate, per permettere ad un conoscente di dubbia moralità, di acquistare un arma, che in futuro potrebbe anche essere usata contro di noi.
Ma oltre al danno diretto, derivante dalla eventuale privazione di risorse finanziarie che, invece di favorire l'Europa, andrebbero a favore di una nazione non più amica, una nuova corsa agli armamenti da parte russa, non potrebbe non essere bilanciata da contromisure equivalenti in zona Euro, costringendo tutti i paesi dell'Unione ad aumentare le proprie spese militari, per mantenere un minimo di assetto difensivo, il tutto a discapito del tenore di vita dei propri cittadini.
Sarebbe giusto che i mass-media interrogassero il Governo Centrale, ed in
particolare quello Italiano, per far sapere ai cittadini:
a) Come sono stati spesi i fondi europei eventualmente già consegnati
alla Russia ?
b) Il programma di aiuti per la bonifica del nucleare sovietico, alla luce
degli ultimi avvenimenti, è stato interrotto o annullato ? E, in caso
di risposta negativa, chi controlla come e dove vengono impiegate le risorse
finanziarie elargite dalla U.E. ?
c) La Unione Europea intende chiedere la restituzione dei fondi già
eventualmente percepiti dalla Russia ?