"Dei rappresentanti delle Forze dell'Ordine pestano un immigrato clandestino
pregiudicato che oppone resistenza" e subito i giornalisti ne fanno un
caso nazionale, trasmettendo un filmato che, essendo fazioso nella sua incompletezza
(manca la parte relativa all'inizio dell'arresto che molto probabilmente giustifica
l'operato delle Forze dell'Ordine), contribuisce a mettere in cattiva luce
quei rappresentanti della legge che invece di voltarsi dall'altra parte, in
presenza di immigrati clandestini, cercano in tutti i modi di far rispettare
l'ordine e la legalità con i mezzi a loro disposizione.
Tutti sono pronti a giudicare e sentenziare l'operato di chi nel bene e nel
male ha il difficile compito di intervenire nelle strade, dimenticando che
all'origine di quello che è accaduto, e che accadrà sempre più
frequentemente, c'è la malafede di molti magistrati i quali, invece
che limitarsi ad eseguire il loro lavoro, che è quello di applicare
le leggi approvate dagli organi legislativi dello stato (come ad esempio la
legge denominata Bossi-Fini), si permettono di boicottarle, cogliendo tutti
i cavilli legali possibili e permettendo a chi non ne ha diritto, anche ai
delinquenti, di restare in Italia.
Ogni italiano di buon senso dovrebbe chiedersi:
1) Perché agli immigrati clandestini di origine nota, in questo
caso marocchino, viene permesso di restare in Italia invece che venire rimpatriati
?
2) Perché l'immigrato in questione, già pregiudicato nel
nostro paese (e quindi già processato in passato), non è stato
prontamente espulso da chi lo aveva già giudicato la prima volta ?
3) Per quale motivo questo genere di immigrati, che sono venuti nel nostro
paese di nascosto e per delinquere dovrebbero godere, anche in caso di arresto,
soprattutto se recidivi, degli stessi diritti dei cittadini italiani o degli
immigrati regolari ?
Questo genere di immigrati necessita, da parte della polizia, dello stesso
trattamento che sarebbe riservato loro nel paese di provenienza, perché
la minaccia di interventi basati su pratiche burocratiche, verbali e scartoffie,
che potrebbero intimorire qualunque cittadino dotato di fissa dimora, di un
lavoro, di una famiglia e quindi facilmente reperibile, risulta essere assolutamente
inutile con questi soggetti, che addirittura, spesso consapevoli della limitazione
operativa, o degli scrupoli, delle nostre Forze dell'Ordine, li scherniscono
e li insultano.
Tanto per cambiare, bisognerebbe rendersi conto che quello che apparentemente
potrebbe sembrare un accanimento personale, in determinate situazioni, si
rende necessario per ridurre all'impotenza soggetti che, anestetizzati da
alcool o droga, non accusano i colpi come farebbe una persona non alterata.
Un volta tanto, cerchiamo di mettere la nostra discrezionalità di giudizio
a favore dei nostri Carabinieri a cui dobbiamo molto, invece che a favore
di delinquenti a cui non dobbiamo nulla, altrimenti finiremo con l'incoraggiare
quella categoria di addetti alle Forze dell'Ordine che, in situazioni analoghe,
non farebbe nulla per non rischiare di avere noie legali "Allora sì
che avremo delle città poco sicure!".