La
dimensione degli anelli di questo camaglio è di 8mm diametro interno
per 1,5mm diametro filo che gli conferiscono un peso di 2 Kg, ma grazie
alle perfette proporzioni, circa la metà del peso viene appoggiato
sulle spalle.
Un camaglio con queste caratteristiche, richiede circa 25 ore di lavoro
di mani esperte, in commercio non potrebbe avere un prezzo inferiore a
200 Euro. Invece i camagli che vengono venduti a prezzi compresi tra 30
e 150 Euro giustificano il loro prezzo per alcuni dei seguenti motivi:
1) Sono fatti di anelli di ferro del giusto diametro ma
si aprono ed arrugginiscono facilmente;
2) Sono fatti di anelli di ferro troppo spessi, non si aprono ma pesano
troppo ed arrugginiscono facilmente;
3) Sono fatti di anelli di dimensioni storicamente errate, oltre i 10mm
di diametro interno, si usavano per i cavalli, non per i cavalieri, ma
naturalmente si costruiscono in meno tempo;
4) Non sono stati realizzati con la tecnica dell'aumento circolare ma
con pezzi giuntati di maglia piana, non si adattano bene alla forma della
testa e sono scomodi quando indossati sotto l'elmo.
5) Sono modelli riusciti male, con fronte troppo alta, collo troppo largo,
anelli intrecciati male, ecc.)
Come potete osservare dal particolare dell'immagine sottostante la densità
della maglia pur col semplice intreccio 4x1 (quello più comune)
è eccellente.
|
NOTE STORICHE:
L'acciaio era ampiamente conosciuto
da tempi ben più remoti del Medioevo, infatti, quello che veniva
definito ferro, in realtà era già acciaio, a causa delle
rudimentali tecniche di estrazione dal minerale, che non consentivano
di isolare il ferro dal carbonio.
Ovviamente, l'acciaio
che veniva ottenuto era di natura piuttosto grossolana ed aveva caratteristiche
fisiche non paragonabili agli acciai moderni più resistenti.
Per tale ragione, le qualità di resistenza, elasticità e
durezza dei metalli ferro-acciaiosi ottenuti, non dipendevano tanto dalla
composizione del minerale fuso, quanto dalla successiva tecnica di lavorazione.
Il metallo per le lame veniva ripiegato
e martellato più volte durante la forgiatura, per conferirgli maggior
elasticità, mentre quello per le protezioni veniva semplicemente
appiattito o trafilato in modo rudimentale, per renderlo più plasmabile
e lavorabile anche a freddo. Infine, terminata la fase di forgiatura,
le lame venivano temprate, per renderle più dure e resistenti.
Certo, nel Medio Evo l'acciaio inossidabile non esisteva, ma considerate
che i cavalieri di allora avevano sempre un paio di scudieri che si occupavano
della loro armatura e, periodicamente, la sabbiavano facendola rotolare
dentro un barile, per ripulirla dalla ruggine.
Oggi, che nessuno ha gli scudieri, conviene sacrificare un minimo di fedeltà
storica per non doversi caricare di un continuo stillicidio di manutenzione,
derivante dalla scelta di metalli che arrugginiscono facilmente. Bisogna
anche considerare che l'acciaio normale differisce da quello inossidabile
soltanto quando si ossida ed arrugginisce, mentre quando è nuovo
e pulito, è praticamente uguale anche nell'aspetto.
Considerando le possibili riproduzioni di maglia metallica non rivettata,
l'acciaio armonico ha il vantaggio di permettere l'uso di anelli di spessore
e dimensioni più realistiche, infatti gli anelli di ferro, affinchè
non si aprano necessitano di sezioni di filo spropositate, che rendono
la maglia più inverosimile dal punto di vista storico, oltre che
molto più pesante.
Nel Medio Evo la dimensione e la forma degli anelli era determinata dal
costo che il cavaliere poteva sostenere per la sua realizzazione, infatti
più gli anelli erano piccoli, migliore era la vestibilità
del manufatto, maggiore la resistenza ai colpi di punta (i più
insidiosi per questo tipo di protezione) e più preziosa era l'armatura.
La vulnerabilità della maglia di ferro alle punte derivava dalla
maggior probabilità che la punta allargasse l'anello rompendone
il ribattino che lo chiudeva piuttosto che dalla possibilità di
spezzare il filo stesso dell'anello. Ne deriva che tanti anelli piccoli,
seppur con un diametro di filo inferiore resistevano meglio rispetto a
pochi anelli più grandi anche se fatti di filo di maggior diametro
(l'effetto frenante di 2 anelli piccoli, che cedono in modo asincrono
è maggiore di quello che può fornire il cedimento di un
singolo anello più grande, anche se di filo più spesso).
Per non parlare del fatto che maglie di anelli di diametro interno maggiore
di 10 mm, rischiavano di venir attraversate facilmente dai dardi di balestra,che
erano più sottili delle frecce, senza nemmeno che il dardo dovesse
necessariamente rompere o allargare troppo l'anello, ma semplicemente
passandovi attraverso.
Per le suddette ragioni, il diametro interno degli anelli di usberghi
e camagli, tra l'XI° ed il XIV° secolo, variò da 10mm fino
ai 6mm delle armature più pregiate.
Gli anelli di diametro maggiore, da 11 a 13mm, venivano invece impiegati
per le protezioni dei cavalli, che durante un combattimento, dovevano
essere protetti non tanto dai colpi di freccia, che provocavano poca emmoragia
per il loro effetto occludente e raramente potevano raggiungere gli organi
vitali della bestia, quanto dalle eventuali ferite da lancia (ben più
larghe delle frecce) e da quelle dalle armi da taglio che, anche se più
superficiali, date le dimensioni del corpo dell'animale, potevano estendersi
per una lunghezza notevole, provocando in breve uno shock emorragico.
Per acquistare questo camaglio a 175 Euro, oppure il suo Kit di costruzione
a 50 Euro, o per richiedere realizzazioni su misura, scrivere a:
Maurizio
|